BARENE

Demergis Agros

La mostra di Gino Baffo esplora la connessione profonda dell’artista con l’ambiente lagunare veneziano. Le sue opere riflettono una fusione tra arte e natura, in cui “il rimando ai quattro elementi naturali è evidente.” Baffo utilizza tecniche che integrano elementi ambientali come terra, acqua, fuoco e aria, rendendo ogni opera parte del ciclo naturale.

Le tele vengono immerse nel fango della laguna, seguendo i ritmi stagionali, e successivamente asciugate per rivelare texture naturali. Questi processi artistici richiamano i principi dell’alchimia, trasformando la “materia grezza” in dipinti che evocano la bellezza della laguna. Saverio Simi de Burgis osserva che “la materia grezza non può che sublimarsi nella bellezza di questi dipinti.”

Baffo incorpora tecniche tradizionali e materiali naturali, come gesso di Bologna e gomma arabica, evocando un legame con i grandi maestri della pittura veneziana. Le sue opere rievocano la natura attraverso “una magnetica lettura… che continuamente rivive con scarti di innovazione.”

“Il lavoro di Gino Baffo esprime una viscerale appartenenza all’ambiente lagunare, dove natura e arte si fondono in un’armonia di rispetto e celebrazione dell’ecosistema.”

Venezia, 19 ottobre 2024 
Saverio Simi de Burgis

Prof. Saverio Simi de Burgis

Cattedra di Storia dell’arte contemporanea – Accademia di Belle Arti Venezia

“​Parlare di Arte, guardare Arte,
ascoltare Arte
è amore e libertà di pensiero,
è conoscere, è fantasia.
Cosa sarebbero i nostri giorni senza di essa?
Lei è la nostra luce
da cercare in ogni dove”

Gino Baffo

Gino Baffo nasce a Venezia nel 1957, città che continua a ispirarlo profondamente. A undici anni inizia un apprendistato nella bottega di restauro del Maestro Barutti, dove scopre la magia dei pigmenti e del restauro. Questo legame con l’arte si rafforza negli anni grazie agli studi all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, ma è solo dagli anni duemila che la pittura diventa il suo centro. Nel 2023 realizza la mostra RE_FLUSSI BARENALI patrocinata dal Comune di Venezia, con altre esposizioni in arrivo. Nel 2024, due sue opere, Barene 2023 e Barene 2024, entrano a far parte della collezione privata della Banca d’Italia. Nelle sue tele, i colori densi e materici raccontano l’anima della sua città, alla ricerca dell’attimo eterno che solo Venezia sa regalare.

Paradigma creativo: immersione, creazione, rivelazione

Deve esistere una vena di follia, una dolce stilla d’insana lucidità nell’avventurarsi da solo con la barca e gli stivaloni all ‘alba o al tramonto e talvolta la notte, ogni giorno e per mesi  alla ricerca
del contatto più intimo con la Natura. 

Una profonda immersione in questo universo, sfidando il freddo, la calura o la nebbia, per adagiare nell’acqua tele di cotone bianche e poi tornare a controllarle, tentando di leggere i versi fangosi della poesia che la barena ha dipinto sugli orditi.
Con l’entusiasmo di un fanciullo stenderle ad asciugare sugli sterpi, riportare tutto in studio e sentire la trama dei segni essenziali da estrarre ed esaltare con spatole, pennelli e antichi segreti per magnificare la magia di quell’incanto. 

La creazione nel fango e nei suoi elementi, lavato dall’acqua o colorato dal violetto del Limonium, chiede la sapiente e amorevole pazienza di accudire ogni giorno queste opere quali creature uniche al mondo e la loro rivelazione sa essere stupefacente.

Ecco rivelata la magia di una profonda simbiosi tra Uomo e Natura con un messaggio dal tratto universale.

IMMERSIONE - CREAZIONE - RIVELAZIONE IMMERSIONE - CREAZIONE - RIVELAZIONE IMMERSIONE - CREAZIONE - RIVELAZIONE
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LE OPERE

Estate – tecnica mista con intervento organico, oro e gesso di Bologna. – 19×125 cm

Estate – tecnica mista su cotone grezzo. – 190×131 cm

Tecnica mista su cotone grezzo con interventi di gesso di Bologna e pigmenti diluiti a gomma arabica con leggero intervento di doratura a guache.

Inverno – tecnica mista con interventi materiale otganico e oro – 180x x 160 cm

Tecnica mista su cotone grezzo con interventi di materiale organico e pigmenti naturali diluiti a gomma arabica e doratura a guache.

Custodi dei tesori UNESCO

I due angeli di barena, forse un uomo e una donna, sono presenze invernali, anime antiche, silenziosi guardiani di questi luoghi avvolti con mestizia nelle loro ali dorate.

Le ali sono chiuse e dolcemente appoggiate alla terra ma in realtà sull‘anima dell’artista, che ha sentito la loro presenza accanto a sé quale forza e conferma che la sua opera era da loro stata concessa e avrebbe portato la loro voce all’essere umano. 

Qui è nato il desiderio di renderli materia.

Sono custodi avvolti nelle vesti dipinte per loro solo dalla Natura, sono solenni messaggeri che vagano
su queste acque. 

Chiaro è il loro messaggio di proteggere questi luoghi unici al mondo rispettando la loro intensa storia sciolta nei secoli nell’acqua della laguna di Venezia.

Astratto e figurativo, un ossimoro artistico

Il Progetto Barene è cosa antica, va oltre alla pittura o alla fotografia che qui dialogano fra loro quale testimonianza sulle tele e realtà nelle immagini. Esso nasce dalla passione per la pura bellezza, per l’armonia assoluta, dall’ammirazione per un’artista dell’eccellenza: la Natura. È proprio da questo slancio, dal potente legame con questi luoghi antichi e la loro storia, che nasce il desiderio di far conoscere questo stupendo ecosistema unico al mondo: la Barena di Venezia.
Barene è la consapevolezza di appartenere a queste acque salmastre, a questo fango profondo e ai suoi fiori, è un’alchimia unica a creare questo lavoro a quattro mani: prima è la Natura a dipingere per mesi con i colori dell’inverno e della primavera, a seguire è l’artista a finire l’opera con spatole, pennelli e colature d ‘oro quali segno di Venezia e la sua ricchezza. È un’esperienza legata a tre parole che sono paradigma di tutto il processo creativo: immersione, creazione e rivelazione. L’artista Gino Baffo ha scoperto il codice per dialogare con tutto questo quale messaggio del riscatto della natura e del recupero di un rapporto equilibrato tra Uomo e Ambiente.
Ha trovato in ogni opera la capacità di cristallizzare il nostro passato per farlo presente e futuro. Ambiente e Natura sono quotidianamente aggrediti da nuove minacce, in cui l’umanità finirà per assuefarsi all’idea sbagliata dell’inevitabile distruzione degli ecosistemi, ma qui che nasce il dovere degli artisti.

È la loro opera che deve avere la forza di penetrare il muro dell’indifferenza, denunciando il malessere che ci pervade quando si esibisce, grazie ad un ossimoro artistico, la bellezza assoluta della Natura.
Che commuove. 

Opere uniche, irripetibili e vive che si immergono in questa fragilità e portano il sapiente ma poetico messaggio di quanto sia necessario conservare questo Ambiente, già oggi protetto dall’Unesco, che ha trovato in questo progetto artistico autentico valore ed interesse. È chiaro ora il motivo per cui le opere di Gino Baffo sono affiancate dalle splendide fotografie di Andrea Pancino, proprio per ribadire che il valore artistico è concentrato nel tentativo di aprire al mondo la suggestione e la bellezza dei paesaggi unici della barena, estraendone l’arcano segreto, con un segno o una luce catturati nelle foto che ne diventano così unità di misura universale.

Maria Luisa Lasala 

Direttore Artistico

 

FOTOGENìE

Andrea Pancino traduce nelle sue fotografie la sua particolare percezione sentimentale dei luoghi paludosi della laguna veneta.
Sono immagini uniche che documentano una partecipazione attiva ai mutamenti di luce e colori di questi paesaggi aperti su cangianti incantevoli barene, dove confluiscono lo sbocco dei vari fiumi che costellano il territorio veneto dell’entroterra. Pancino è fotografo di lungo corso con alle spalle un’esperienza maturata sul campo.

Coerentemente con quanto asserisce Italo Zanier nella sua appassionata dedizione a tale arte, anche Andrea Pancino sostiene e dimostra concretamente,
con queste sue opere, quanto la fotografia si incardini a pari titolo all’interno del contesto generale delle arti figurative assieme alla pittura.

La sfida è lanciata e colta grazie anche alla loro raffinata stampa su superfici metalliche in cui l’autore riesce meglio a esprimere il senso della luce rivolta a cogliere i particolari degli inconfondibili paesaggi delle barene, che altrimenti rimarrebbero troppo fugaci, senza possibilità di essere impressi definitivamente nella nostra percezione estetica. Anche in questo caso l’esperienza è dettata dalla sapiente tecnica utilizzata, grammatica essenziale che riesce a fargli esprimere come più ritiene valido e utile rendere tali sensazioni.

La conoscenza alchemica dei vari passaggi di stato, gli consente di arrivare a tali esiti, nella fissazione delle immagini, di notevole livello rappresentativo non solo come semplice estemporanea testimonianza.


Se possiamo concludere con un confronto tra le soluzioni pittoriche adottate da Baffo e quelle fotografiche utilizzate da Pancino, ci sentiamo più convinti nel sostenere che non esiste o forse non è mai esistita una reale dicotomia tra astratto e figurativo, né tantomeno tra pittura e fotografia.


In entrambi i casi riscontriamo, invece, un concorso per rientrare nei valori che caratterizzano da sempre queste comuni e storicamente convergenti ricerche artistiche,
ognuna con le sue evidenti caratteristiche e autonomie.

Venezia, 19 ottobre 2024 
Saverio Simi de Burgis

Fin da giovanissimo viene colpito, stregato dalla potenza espressiva e dal mistero che emana
la fotografia.
Abbandona gli studi di architettura per dedicarsi alla passione che fin da piccolo l’ha attratto, la fotografia, lavorando come primo assistente di importanti fotografi per poi aprire il suo studio nel 1994.

Studia e ristudia le infinite possibilità che può regalare la luce. Diventa per lui una missione riuscire a replicare in uno scatto le emozioni che un volto, un corpo, una superficie materica possono trasmettere.


Attraverso le molte esperienze matura un proprio stile, il cui desiderio profondo è interpretare il significato dell’espressione di un volto, della plasticità del corpo femminile, o di un oggetto di design, trasferendo forti emozioni all’osservatore. 

Collabora con importanti riviste e agenzie di pubblicità e annovera, tra i suoi scatti, importanti brand della moda, del design e dell’architettura a livello nazionale e internazionale. 

Purista del rapporto spazio/luce la sua fotografia è frutto di un attento studio delle arti, tenendo conto delle tendenze della comunicazione moderna, ne consegue freschezza e dinamismo a immagini accuratamente pianificate. I suoi lavori sono stati esposti in importanti gallerie e manifestazioni nazionali e internazionali. 

Realizza diversi lavori artistici, libri e calendari a tiratura limitata. 

Il suo ultimo lavoro è il volume “Il silenzio della bellezza” edito da Antiga Edizioni, un lavoro architettonico ed evocativo sulla città di Venezia.

Lago di Barena – 2024 stampa su lastra di alluminio spazzolato oro –  100 x 160 cm

Cielo di Barena – 2023 stampa su lastra di alluminio spazzolata in argento – 100x 160 cm

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